sabato 5 febbraio 2011

La Scuola di Atene


Amo le idee che non servono ad aumentare il PIL, le espressioni del pensiero "non funzionale”.

Se vi siete già fatti del male leggendo il mio precedente post sul De brevitate vitae senechiano (in caso contrario cliccate qui), vi sarete fatti un'idea, ammesso che io sia riuscito a spiegarmi, della scomparsa del tempo quando perseguiamo la conoscenza. Da quando esiste l'Uomo c'è un edificio in costruzione, quello del sapere, che ci dona l'eternità. Sappiamo che chi ha lavorato in questo cantiere l'ha fatto per noi e sappiamo che se riusciamo minimamente a contribuire, anche solo facendo i portatori della malta, lavoreremo per chi verrà dopo e saremo ammessi anche noi alla vita eterna. Perché questa costruzione non terminerà mai.

Ebbene, premesso che di arte ci capisco poco o nulla, c'è un affresco di Raffaello che rappresenta bene quello che intendo dire. E' la "Scuola di Atene", che ricopre una parete dell'appartamento privato di papa Giulio II, in una delle cosiddette "stanze di Raffaello" in Vaticano.
Dipinto intorno al 1510, rappresenta un edificio ideale in cui i pensatori dell'antichità (anzi di oggi, domani e sempre) sono rappresentati insieme senza alcun riguardo per la successione temporale delle loro vite. Il tempo è cancellato, del tutto irrilevante al cospetto dell'edificio del sapere.

Invitandovi a cliccare sull'immagine in alto per vedere l'affresco in alta definzione (magari apritela in una nuova finestra, così potete leggere e guardare l'affresco contemporaneamente), noterete che solo i due personaggi al centro sono volutamente identificabili: Platone e Aristotele. Il primo ha in mano il Timeo, il secondo l'Etica. Tutti gli altri, dato che di Raffaello so poco, li ho dovuti identificare leggendo una spiegazione didascalica su Wikipedia: qui (andate in basso nella pagina). E' divertente Socrate, quello con la tunica verde oliva, che dando le spalle a Platone e Aristotele, con piglio severo sembra dire "il numero uno sono io!"

E così vediamo filosofi, matematici, astronomi, sovrani e contemporanei di Raffaello tutti insieme nell'edificio della conoscenza. Contemporanei? Sì, e mi piace molto; per esempio Platone ha il volto di Leonardo da Vinci, Eraclito quello di Michelangelo, così alcuni personaggi hanno due identità che ben si conciliano con l'indipendenza del sapere dalla dimensione temporale. Ovviamente, non è che tutte queste cose le ha dette Raffaello: sono cinquecento anni che critici e sapienti si arrabattano per identificare i protagonisti.

E' una vera goduria; vorrei essere anch'io nell'edificio, magari seminascosto dietro una colonna con il secchio della malta in mano o con i pannicelli caldi per i maestri. Qualcuno ci ha pensato prima di me: Raffaello ritrae se stesso in basso a destra. Non credo che il pittore lo abbia mai dichiarato, ma a me sembra proprio lui. Guardate il raffronto tra il suo autoritratto (l'ho girato per avere lo stesso orientamento) e il dettaglio dell'affresco:


E adesso lasciatemi dire come si cancella il tempo. Prendete un rappresentante di ognuna delle centomila generazioni che ci hanno preceduto, e immaginateli tutti insieme in un grande stadio. Centomila persone che sono la storia dell'Uomo. Ma l'Uomo, benedett'uomo, chi è? Guardateli, fate scorrere il vostro binocolo di gradinata in gradinata, di volto in volto:

Molti i lenoni e gli assassini
ma alcuni giusti e letterati,
viaggiatori, poeti e deficienti,  
belli, brutti, storpi e mendicanti,
soldati, generali assatanati,
santi, beati ed avvocati,
anime gentili e farabutti;
stragi, incesti e opere pie
tanto è costato l'arrivare a me.

E continua. Portare qualche secchio di malta in quell'edificio è sempre più l'unica via.  

2 commenti:

  1. da dove cominciare per entrare in intimità con questi signori e non dover più sottostare alle leggi del genere umano? un libro? quale per non spaventarsi subito perchè non capisco? nella mia città non ho trovato corsi di filosofia in giorni festivi o serali, solo qualche conferenza sporadica. puoi aiutarmi?

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  2. To', non ti direi mai di cominciare con un tomo di storia della filosofia, né che c'è un un punto da dove iniziare, perché hai già cominciato appena hai avuto età di ragione. Ritrova i perché della tua infanzia e falli diventare importanti. Il resto viene da sé.
    Se poi vuoi leggre qualche classico scoprirai che si leggono in fretta perché sono di non molte pagine e che spesso sono anche divertenti. Prova con il De Senectute di quel vecchio marpione di Cicerone.

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