sabato 12 marzo 2011

Vita extraterrestre. Rivoluzione culturale? Io dico di no.

Europa
Qualche giorno fa i telegiornali hanno dato notizia, più o meno coloritamente, della scoperta di fossili batterici in un meteorite trovato molti anni fa in Antartide. Come al solito la faccenda mi ha intrigato parecchio e mi sono documentato. Posso anticipare la conclusione: da un punto di vista scientifico potremmo dire che la notizia non è ancora "vera", ma promettente.
Facciamo il punto parlando facile facile, che poi è l'unico modo in cui mi posso permettere di parlare.

Lo studio è serio, è durato una decina d'anni ed è stato pubblicato sul Journal of Cosmology (qui) da Richard Hoover, astrobiologo di rispettabile fama, con l'invito agli altri scienziati di fare le loro osservazioni in merito. Non è la prima volta: nel 1996 un altro astrobiologo, David McKay, pubblicò uno studio che sosteneva la presenza di tracce di vita su un meteorite. Anche allora, un giusto scetticismo (pilastro fondamentale della ricerca scientifica) accolse le affermazioni di McKay.
Scetticismo non significa "non dire stronzate"; vuol dire che l'argomento è aperto e investigabile, vale la pena di cercare altre evidenze, ma finché non ce ne sono l'ipotesi resta un'ipotesi.

Il succo della recente pubblicazione di Hoover è questo: secondo lui in un meteorite ci sono evidenze di resti fossili di batteri, alcuni molto simili ai batteri terrestri, altri molto diversi e sconosciuti. Ecco due foto che consentono la comparazione tra l'eventuale fossile ed il vero batterio così com'è noto:

il supposto batterio meteoritico

il suo omologo reale

Naturalmente la ricerca non si limita a paragonare due foto cercando un'eventuale "aria di famiglia" ma è molto più sofisticata, analizzando centinaia di dati ottenuti con analisi complesse. Siccome non ci capisco niente, devo fare atto di fede. So però che ci sono già moltissime prese di posizione e altre ne arriveranno: come al solito la comunità scientifica è divisa sulla validità della scoperta. Ma nessuno ha detto: "è un vicolo cieco, smettila". Anzi.

L'obiezione principale allo studio di Hoover è di questo tipo: "Caro collega, attenzione a non prendere lucciole per lanterne. La materia inorganica, avendo tutto il tempo che vuole, si può organizzare in forme del tutto simili alla vita, che però vita non sono". L'obiezione è sensata: è simile alla famosa affermazione del fisico Rutherford sulla scimmia che, posta davanti a una macchina per scrivere per un tempo infinito, scriverà prima o poi la Bibbia.
E poi anche il migliore degli scienziati, e precedenti ce ne sono numerosi, può cadere nell'errore di voler dimostrare a tutti i costi una tesi preconcetta, specialmente se ha dedicato a questa tesi molti anni della sua vita. Ma Hoover mi sembra onesto: ha pubblicato il suo lavoro con l'invito esplicito a cercare errori.
Affaire à suivre, anche se mi aspetto questa conclusione: lo studio non costituirà la parola definitiva, ma neanche le obiezioni metteranno la pietra tombale. Quindi, continuare a cercare

Intanto io che non sono uno scienziato sono convinto che, se non adesso, prima o poi le conferme arriveranno. Semplicemente perché mi sembra altissimamente improbabile un'affermazione che faceva un mio libro scolastico più di quarant'anni fa: "la vita è presente solo sulla Terra". Chissà dove avevano preso l'informazione; almeno avrebbero potuto scrivere che "non ci sono evidenze di vita al di fuori della Terra". Perfino quarant'anni fa mi era sembrata un'idiozia.

Oggi nessuno studioso o divulgatore oserebbe più fare un'affermazione del genere, e questa è già una grande evoluzione del pensiero. Anzi, anche solo parlando del sistema solare, nessuno affermerebbe più categoricamente che non c'è vita sugli altri pianeti. Ovviamente parlo di vita, non d'intelligenza; magari di quest'ultima parliamo un'altra volta.

Oggi non abbiamo ancora evidenze ma le stiamo cercando, perché crediamo che la presenza di vita (oggi o in un tempo del passato remoto) nel sistema solare al di fuori della Terra sia probabile. Che cosa ce lo fa credere? L'acqua.
L'acqua è enormemente più diffusa nel sistema solare di quanto si supponesse fino a venti o trent'anni fa, quando ancora non era stato possibile guardare più da vicino e analizzare i pianeti e soprattutto i loro satelliti. Perfino sulla Luna, il posto più arido che si possa immaginare, è stata trovata l'acqua (missione LCROSS, qui).

Nel sistema solare i "sorvegliati speciali" per l'eventuale presenza di vita sono due: Enceladus, satellite di Saturno, e Europa, satellite di Giove. Ambedue sono ricoperti da uno spesso strato di acqua ghiacciata e ambedue nascondono sotto al ghiaccio enormi quantità di acqua allo stato liquido, più di quanta ce ne sia in tutti gli oceani terrestri. A questi bisogna aggiungere Marte, in un tempo lontano ricoperto da oceani, dove nei prossimi anni si cercheranno delle evidenze fossili di vita.

Enceladus

Intanto c'è un posto, sulla Terra, che presenta condizioni molto simili a Enceladus ed Europa: il Polo Nord. Qui, l'attenzione degli scienziati è concentrata su una vastissima zona chiamate "Cresta di Gakkel", un altipiano che presenta al centro un’estesa vallata:



La Cresta di Gakkel in sezione. Clicca per ingrandire.

Qui si ritiene che la vita possa aver seguito un cammino evolutivo diverso dal resto del pianeta, a causa dell'isolamento geografico dagli oceani durato una trentina di milioni di anni. Le prime evidenze già ci sono: nuove specie in quantità tale da spingere a finanziare nuove spedizioni che avverranno prossimamente. Che ci sia un pezzetto di Europa sulla Terra? Per saperne di più: qui.

Indizi, indizi e ancora indizi. In definitiva, non abbiamo ancora detto di cosa: è possibile, probabile, da investigare senz'altro, che la nostra vita non abbia avuto origine sulla Terra.
Voi la riterreste una rivoluzione culturale? Io no, sto solo aspettando che qualcuno mi dica che quello che penso da tempo è vero.
Perché lo penso? Perché viviamo in un pianeta di un sistema periferico di una galassia periferica e non abbiamo proprio idea di quanto ci manca per capire. Non siamo i protagonisti ma le comparse di un’opera che non conosciamo. Ma di che parla l’opera? A proposito, e il regista?    

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